Un cielo nero che più nero non si può, raffiche di vento che riempivano gli occhi di pezzi di albero di cui non conosco i nomi, una pioggia che decide, inaspettatamente, di graziare la première albanese del film Rimetti a noi i nostri debiti di Antonio Morabito.
L’evento, organizzato in quel Kinema Millennium che è stato teatro della mia prima esperienza professionale a Tirana, ha visto la partecipazione di regista, produttori e alcune personalità di spicco della presenza italiana in Albania (facevo prima a scrivere “dell’ambasciatore”, vero?).
(Inserisco foto tratta dal profilo ufficiale dell’Istituto Italiano di Cultura perché il mio telefono è rimasto sepolto nella borsa per l’intera serata)
Il film è interessante e molto forte nei contenuti. Il cast è ben assortito ed i personaggi secondari costituiscono un contorno credibile e rilevante alle vicende che vedono protagonisti Guido (Claudio Santamaria) e Franco (Marco Giallini).
In particolare, la figura del professore (Jerzy Stuhr) è scritta e interpretata tanto bene che non mi sarei stupita se alla fine, per restare nel tema religioso suggerito dal titolo e poi sviluppato lungo la narrazione, non si fosse scoperto che era un’emanazione divina.
Sullo sfondo il contrasto tra la Roma delle periferie, dei bar costruiti nei capannoni, dei palazzoni decrepiti e quella dei locali per ricchi frequentati da chi ricco non è, o lo è con i soldi presi in prestito da banche e agenzie finanziarie.
Quello che all’inizio ha fatto ridacchiare il pubblico, ossia la pubblica gogna a cui vengono messi i grossi debitori dal duo togato Franco-Guido, viene progressivamente spinto verso il limite oltre il quale non si sorride più: è difficile identificarsi con l’imprenditore che gioca a golf pur avendo contratto debiti per decine di migliaia di euro, è più facile farlo con la coppia indigente umiliata, o con la donna delle pulizie che ha avuto l’ardire di chiedere un prestito per acquistare un’auto.
A mio parere, è un film che vale la pena guardare; io non vivo in Italia da anni e non credo di essere in grado di decidere quanto sia realistica la rappresentazione della realtà, ma so che spesso quando torno a Torino vengo colta da una tristezza e da un senso di cupezza che ho ritrovato in molte scene di questa pellicola.
(Infatti, ad un certo punto mi sono chiesta se la sequenza sulle altalene non fosse stata girata ai palazzoni di via Pietro Cossa).
Rimetti a noi i nostri debiti
di Antonio Morabito
2018
Italia, Polonia, Svizzera, Albania