Lavorare senza ufficio, o almeno provarci

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Nel corso degli ultimi mesi, le ore di lavoro fuori casa e quelle tra le mura domestiche sono giunte ad uno strano equilibrio che non avevo mai incontrato prima.

In linea di massima, ad ogni ora di lavoro in soggiorno davanti al portatile corrisponde un’ora di lavoro vero, in luoghi tradizionalmente deputati alle attività professionali. È molto bello, ma recentemente ho anche scoperto l’acqua calda: lavorare da casa non è semplicissimo.

Sono cresciuta con l’idea che al lavoro si lavora, un concetto che mi ha portata all’esasperazione quando la mole di compiti quotidiani tendeva verso il basso: arrivavo in ufficio alle 9 e alle 11 avevo già finito tutto ciò che avevo da fare. Le ore successive diventavano interminabili.

Da quando ho lasciato il mondo del lavoro dipendente tradizionale, ho avuto (bellissimi) giorni privi di lavoro, ma anche interminabili giornate in cui incastrare tutto sembrava impossibile, soprattutto perché

A) Tendo a pensare che ogni proposta sia un’opportunità, e quindi accetto senza ragionarci troppo

B) Sono poco organizzata e tendo ad andare with the flow: se ho una scadenza vicina mi sbatto, se ho un po’ più di tempo procrastino.

Ho ancora molto da lavorare sul punto A, ma poco alla volta sto cercando di migliorare l’approccio del punto B, che mi ha sempre contraddistinta fin dagli anni della scuola, portandomi a fare delle maratone indecenti di scrittura tesi la notte prima delle consegne.

Per evitare di passare le ore su YouTube o su Ninja Marketing (entrambe attività potenzialmente costruttive, ma che vorrei avessero momenti dedicati e non occupassero ore ed ore deputate ad altro), sto cercando di costruire una routine anti pigrizia.

Di nuovo, probabilmente ho scoperto l’acqua calda, ma questi sono gli step che finora sembrano dare risultati:

Alzarmi ad un’ora decente

In questo senso, avere un cagnolino aiuta. Devo alzarmi, portarlo a fare la passeggiata e nutrirlo; a quel punto sono già in piedi, tanto vale mettere su il caffè ed iniziare la giornata.

Fare un piano di produzione per la giornata

Lo tengo attaccato al frigo come un memento mori. La prima della classe che è in me, e che tende a cercare l’altrui approvazione, fa sì che le scadenze siano anticipate di almeno uno o due giorni. In questo modo, so che se mi sveglio col mal di testa e voglio vegetare nel letto mentre il Rapidol fa effetto, almeno evito momenti di ansia.

Non comportarmi come se fossi a casa

Non vorrei essere fraintesa: lavorare in pigiama è bellissimo, ma non sempre efficace in termini di produttività.

Personalmente preferisco lanciarmi in doccia, darmi una parvenza umana, rifare il letto e vestirmi in modo comodo (sia lode ai leggings di Decathlon). Il pigiama chiama cazzeggio, ed io non ho bisogno di ulteriori incentivi in tale direzione.

Organizzarmi le pause

Ora, non è che segua le istituzionali “pause di dieci minuti ogni due ore”, a quel punto tanto valeva che continuassi ad andare in ufficio, ma decidere che prima delle ore X non mi è concesso vagare col naso in su tra i social e le piattaforme video mi aiuta molto.

Lavorare davvero da casa

Ora, in termini di bar Tirana non è seconda a nessuno, ma non ho ancora provato a fare la digital nomad (anche perché mi considero più una digital emigrata slightly citrulla) in tal senso. Sarà che per me il bar è svago, sarà che il concetto di musica ambient è abbastanza sconosciuto nella maggior parte dei locali cittadini, sta di fatto che preferisco stare seduta al tavolo di casa e sorseggiare il caffè dalla tazzina kitsch che domina, in tutto il suo splendore, l’immagine di apertura di questo post.

Per concludere, al netto delle ovvie difficoltà di chi lavora su progetti (tra le quali spicca il “come avere abbastanza lavoro da non finire a dormire sotto i ponti della Lana con Nicolino“), lavorare senza ufficio è qualcosa che mi piace e credo mi si confaccia molto. D’altra parte, avere anche qualcosa da fare al di fuori delle mura domestiche mi sta aiutando a non diventare una delle sepolte in casa di Real Time.

Consigli e opinioni sono sempre i benvenuti: c’è qualche veterano del “lavoro senza ufficio” che ha suggerimenti aggiuntivi per non finire su Real Time?

2 pensieri su “Lavorare senza ufficio, o almeno provarci

  1. trentazero ha detto:

    Ho scritto un articolo simile che non so se vedrai luce (scrivo troppo XD) e concordo su tutto.

    Per me alzarmi la mattina se lavoro da casa e’ impossibile, gestisco il tempo male a quel punto, che mi ritrovo a dover lavorare anche dopo cena. Cosa che odio!

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